agenda 21Agenda 21” nasce nel 1992 alla conferenza delle nazioni unite su Ambiente e sviluppo. Essa rappresenta un riferimento “globale” per l’attuazione di politiche per lo sviluppo sostenibile del XXI secolo.

Attualmente in Italia molti enti locali hanno attivato nel proprio territorio di competenza “agenda 21 locale”, dando come segno concreto di tale scelta, l’adesione alla carta di Aalborg e la “dichiarazione di sostenibilità”.

Quest’ultima, rappresenta l’atto formale con il quale una amministrazione locale si impegna ad adottare ed attuare una politica di sviluppo sostenibile, economica, sociale e ambientale, da realizzarsi con il consenso e la partecipazione dei cittadini.

La vera rivoluzione di questa scelta politica è proprio la partecipazione dei cittadini non solo singolarmente, ma anche e soprattutto in associazioni di categorie.

La partecipazione si concretizza nell’attivazione di un forum permanente per definire le politiche per lo sviluppo sostenibile a livello locale; esso coinvolge tutti i portatori di interesse leggittimi e rappresentativi della realtà sociale, culturale, ambientale, ed economica del territorio su cui si attua questa politica, in una parola, “stakeholders”.

Il forum attiva la consultazione della comunità locale; essa ha lo scopo di individuare i bisogni, definire le risorse delle parti ed individuare i potenziali conflitti dei portatori di interesse.

Un passo successivo è l’audit urbano; rappresena il rilievo dello stato dei luoghi in termini di ambiente e sviluppo sostenbile e consente di rilevare gli “indicatori ambientali” che costituiscono un database importante in grado di poter fornire dati preziosi non solo per la redazione del piano d’azione, ma per ogni attività di pianificazione progettazione o gestione da eseguire sul territorio.

Il piano di azione rappresenta il piano progettato dal Forum; esso contiene le azione da attuare al fine di realizzare gli obiettivi definiti all’inizio del processo.

Infine il reporting che rappresenta una azione di monitoraggio sull’efficacia e l’attuazione del piano di azione, non solo in termini di risultati “misurabili” con parametri ambientali, ma anche e soprattutto in termini di di condivisione e partecipazione degli stakeholders.

Spesso le pubbliche amministrazioni affrontano il valore “ambiente” semplicemente puntando su strategie politiche volte a risolvere qualche problema o a valorizzare qualche aspetto del proprio territorio. Per fare questo si affidano spesso a tecnici ingegneri qualificati e/o ad esponenti del mondo accademico, i quali riescono a tradurre in azioni concrete le strategie politiche, ma ottenendo risultati “puntuali”, cioè volti alla soluzione o alla valorizzazione unicamente dell’aspetto per il quale è stato richiesto il loro contributo. Tali interventi privi della partecipazione dei cittadini, non sortiscono l’effetto che invece avrebbero potuto avere se fossero maturati in un discorso di condivisione quale quello di “agenda 21” locale, dove il “cittadino” non solo partecipa alla fase decisionale, ma anche e soprattutto alla fase attuativa (es. raccolta differenziata) contribuendo alla realizzazione e al funzionamento della strategia specifica.


1 commento

Armando · Gennaio 3, 2010 alle 10:28 am

Segnalo un testo molto chiaro e completo di Ed. Ambiente
“Efficienza energetica e rinnovabili nel regolamento edilizio comunale” di Giliano Dall’O’ e Annalisa Galante

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