Rishio idrogeoogicoOgni anno, specialmente in autunno, le cronache italiane registrano “allarmi” alluvioni in diverse regioni della penisola. Molto spesso sono eventi piovosi con bassi periodo di ritorno (dovrebbero essere tutt’altro che calamitosi), ma che generano situazioni di pericolo grave, provocando danni non solo in termini economici, ma anche, tragicamente, in termini di vite umane.

 La storia sembra ripetersi uguale da anni, dopo la “pioggia”, piovono le solite polemiche sulla pianificazione territoriale, (talvolta insufficiente, non adeguata o disattesa), sulle opere idrauliche preposte alla difesa idraulica del territorio, (inesistenti, insufficienti o fuori uso per manutenzione inesistente), sulla presenza antropica (interi abitati sorti negli anni in zone ad alto rischio idrogeologico).

 A tal fine, con particolare riferimenti alla regione campania, il collega Ing. Agostino Santillo, esperto in tematiche legate alla protezione idraulica del territorio, ha condiviso con il nostro web magazine alcune considerazioni molto interessanti, che ritengo utile pubblicare, nell’ottica di contribuire a sensibilizzare amministratori pubblici e cittadini su queste tematiche.

Il rischio idrogeologico nella Regione Campania

Le calamità di origine alluvionale e franoso generate da eventi pluviometrici di elevata intensità, affliggono sempre più frequentemente il nostro Paese e la nostra Regione.

Tutti noi ricordiamo la tragedia che colpì Sarno (1998), ma da tempi remoti fino ai nostri giorni (Casamicciola (2009), Atrani (2010), Pollena Trocchia (2011)), siamo davanti ad un elenco costantemente in via di aggiornamento col quale cresce sempre più il numero di perdita di vite umane, oltre che di danni al nostro territorio.

Davanti a tutto ciò, molti si chiedono come sia possibile intervenire per frenare la ‘lista della spesa’ che paghiamo per l’antropizzazione delle aree e per l’incuria dei territori. A tal proposito ognuno di noi deve prendere coscienza che non sarà mai possibili annullare  il rischio idrogeologico: si parla, pertanto, di mitigazione del rischio.

La principale causa dei disastri idrogeologici è sicuramente dovuta all’attività antropica esercitata ed in essere in maniera quasi incontrollata: molte volte, troppe volte, l’urbanizzazione interferisce con il reticolo idrografico o interessa aree suscettibili a movimenti franosi. Talché è lecito pensare che la sola prevenzione basti per scongiurare il pericolo incombente sugli abitati (se so dove può avvenire la calamità, faccio in modo da non farmi trovare!), ma purtroppo non è così.

L’unico strumento disponibile per la mitigazione del rischio idrogeologico è la pianificazione del territorio connessa alla difesa del suolo. Gli enti all’uopo preposti nella Regione Campania sono le Autorità di Bacino (AdB), nate con la Legge 183 del1989, e sono le seguenti (nella  Figura 1 sono rappresentati i territori di competenza):

1.     Nazionale Liri-Garigliano e Volturno

2.     Interregionale del Fiume Sele

3.     Regionale della Puglia (con competenza in Campania peri bacini dei fiumi: Ofanto 3c, Calaggio 3b e Cervaro 3a)

4.     Interregionale dei fiumi Trigno, Biferno e Minori, Saccione e Fortore

5.     Regionale Destra Sele

6.     Regionale Nord Occidentale della Campania

7.     Regionale Sarno

8.     Regionale Sinistra Sele

 

Autorità di Bacino regione Campania

 Figura 1: Limiti delle Autorità di Bacino che operano nella Regione Campania.

 

Una Regione perlomeno ‘anomala’ quella campana, visto che presenta un numero di AdB addirittura superiore a quello delle Province, e quindi contrastante con il principio generale di accorpamento di porzioni di territorio detti bacini (l’acqua non ha bisogno di documenti di riconoscimento per ‘espatriare’ …).

Ma questa è un altra questione, che si spera troverà soluzione con l’istituzione del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale (www.ildistrettoidrograficodellappenninomeridionale.it) come sancito dalla Direttiva Comunitaria 2000/60/CE, D.Lvo. 152/06 e s.m.i..), nel quale sono riunite 7 Autorità di Bacino, 7 Regioni (Basilicata, Campania, Calabria, Puglia, e parzialmente Abruzzo, Lazio e Molise), 25 Province e 1664 Comuni, per una superficie complessiva di oltre 68 mila kmq.

In questa sede si vuole comunque ricordare che le Autorità di Bacino regionali in Destra Sele e in Sinistra Sele, e l’Autorità interregionale del Fiume Sele sono state recentemente accorpate nell’unica Autorità di Bacino Regionale di Campania Sud ed interregionale per il Bacino Idrografico del fiume Sele (legge regionale 15 marzo 2011, n.4, art. 1 comma 255).

Attualmente, nei territori di propria competenza, le AdB hanno in vigore il Piano per l’Assetto Idrogeologico (PAI), soggetto a costanti aggiornamenti temporali (www.difesa.suolo.regione.campania.it).

In tali PAI sono individuate e classificate le aree a rischio: Moderato, Medio, Elevato e Molto Elevato.

Soffermandosi sul solo Rischio Idrogeologico dovuto a Frane e Alluvioni, attualmente circa il 16,5 % del territorio regionale è classificato almeno a rischio Elevato (in cui, per definizione, sono possibili problemi per l’incolumità delle persone).

In particolare in Campania 638 kmq sono a ‘Rischio idraulico’ elevato o molto elevato, e 1615 kmq sono a ‘Rischio frane’ elevato o molto elevato.

E l’estensione di tali aree sarebbe ancora maggiore se gli enti preposti avessero più fondi a disposizione o comunque impiegassero ancora di più le proprie risorse finanziare per eseguire approfondimenti nelle tante zone non ancora studiate.

Per non parlare poi delle scelte politiche di governo del territorio, volte più ad urbanizzare che a preservare l’edificato esistente.

Chiunque può osservare la presenza delle seguenti criticità nei nostri territori:

                     alvei strada

                     canali tombati per realizzare strade;

                     case costruite in alveo o in aree golenali

                     canali ostruiti da detriti, vegetazione, rifiuti

                     sponde interrotte o utilizzate per l’accesso a case o fondi

                     abitati ubicati su versanti o al piede di montagne suscettibili di movimenti franosi o crolli o colate

                     tratti di canali in contropendenza

                     altro

È il caso di ammettere che stiamo perdendo il senno: mille case in più non valgono le vite che stiamo perdendo! La natura si ribella quando la si attacca!!!!!

 Eppur qualcosa si muove …

Con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 21 gennaio 2011, è stato nominato il Commissario Straordinario Delegato per l’espletamento  delle procedure relative alla realizzazione degli interventi individuati nell’Allegato 1 all’Accordo di Programma sottoscritto il 12 novembre 2010 tra il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e la Regione Campania (www.lavoripubblici.regione.campania.it/joomla, e successivamente al link ‘Interventi mitigazione rischio idrogeologico’).

Il predetto Allegato 1 contiene 97 interventi di mitigazione del rischio idrogeologico da effettuare sul territorio della Regione Campania, proposti da vai enti (Comune, Genio Civile, Autorità di Bacino, Provincia, Consorzio, Comunità Montana, Regione), e interessanti aree soggette a fenomeni riconducibili a: alluvioni, flussi iperconcentrati, crolli, erosione costiera.

Il  predetto Accordo di Programma assicura la copertura finanziaria del fabbisogno degli interventi pari a € 220.000.000,00, di cui € 110.000.000,00 a carico del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, e € 110.000.000,00 a carico della Regione Campania.

 

                                                                                               ing. Agostino Santillo

                                                                                              ing.asantillo@virgilio.it

 

 

Si ringrazia l’ingegnere Agostino Santillo per il suo contributo, gratuito, in linea con lo spirito del nostro web magazine, sperando che non solo in Campania ci si renda conto che non investire nella difesa idraulica del territorio significa poi pagare prezzi certamente  superiori, tragicamente non solo in termini economici.

Troppe volte i media ci fanno credere che si siano abbattute calamità naturali sulle aree del nostro paese, solo talvolta è vero, molto spesso è solo un “po d’acqua” dalla quale non ci si è voluti o saputi proteggere.

ing. Luca Palmiero

                                                                                       


2 commenti

Gaetano Pellegrino · Gennaio 19, 2017 alle 2:39 pm

Ció che mi rattrista é che, purtroppo, non esiste in Italia una gestione globale dille risorse idriche.
Da Ingegnere Ambientale, specializzato nella salvaguardia delle risorse idriche sul territorio, e con olte 10anni di esperienza post laurea al’estero, mi rendo conto che in Italia i modelli idraulici e di analisi dei deflussi superficali, sono ancora allo stato primordiale, e le infrastrutture idrauliche, sono ancora sono progettate secondo canoni e standard anteguerra.
Ing. Gaetano Pellegrino

Gaetano Pellegrino · Gennaio 19, 2017 alle 2:49 pm

..aggiungo,
Noto le decine, centinaia..forse migliaia di Decreti Ministriali, che ogni anno vengono pubblicati, con milioni di Euro spesi in investimenti ed opere di drenaggio..basti guardare un pó piú in la, verso l’UK per scoprire che da noi, qui in UK appunto, da olre 10anni, la protezione dai rischi idregeologici, viene garantita in fase progettuale, per ridurre i deflussi superficiali post sviluppo a quelli preesistenti..e senza troppe chiacchiere e decreti…ma purtroppo vedo il “Bel Paese” ancora lontano dallo Sviluppo Sostenibile!

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